martedì 19 febbraio 2008

Così avremo un mondo stupendo

Amici,

pensate alle caratteristiche degli uomini che hanno cambiato il mondo, cambiato in meglio intendo dire.


Prendiamo ad esempio Gandhi, Gesù, Buddha, Socrate.
Cosa avevano di speciale? Dove risiedeva il loro potere di trasformazione?

L' Etica!


Erano uomini dall'etica pressoché ineccepibile.
Uomini che quando parlavano onoravano SEMPRE la VERITA', uomini sinceri fino all'osso, incorruttibili, coerenti, Onesti.
La Verità, il solido terreno su cui poggiavano li aveva affrancati da ogni tipo di Paura.
Non temevano niente, neppure la morte.

Ci sono uomini con questa Etica straordinaria al mondo d'oggi?

So che la tentazione di molti sarebbe di rispondere di no.

Eppure riflettendoci un pochino troviamo che, seppure
non esistono al momento in cui scrivo uomini della statura di quelli citati, di uomini Onesti è pieno il mondo, persino in Italia.

Forse durano poco in quanto vengono eliminati fisicamente, o per la loro natura poco incline all'egocentrismo e all'esibizionismo sono poco conosciuti.
Eppure potrei fare un elenco di nomi.

Uno per tutti, vissuto nella nostra epoca, Giovanni Falcone.

Mi direte che auspicare un mondo dove tutti gli esseri umani raggiungano le vette dei nomi fin qui citati è impossibile.

Difficilissimo, questo è sicuro. Proprio tutti, ebbene sì, a questo stadio evolutivo è ancora impossibile.

Eppure vi porto una buona notizia!

Esiste una Via verso una condotta ineccepibile: la Capacità di Ammettere di Avere SBAGLIATO !

La chiamerei Onestà Intellettuale.

E' la capacità di rendersi conto di avere commesso un errore, sia in buona che in cattiva fede e di confessarlo, prima di tutto a se stessi e poi a coloro che hanno subito le conseguenze di quell'errore.

Guardiamo un attimo com'è attualmente la situazione predominante nel mondo e come sarebbe se una grande maggioranza di Uomini applicasse il principio dell'Onestà Intellettuale.

La premessa d'obbligo, come sempre, è che esistono le eccezioni e che ciò che descrivo sono le tendenze largamente predominanti.

Dal politico al cittadino, dal manager all’operaio, dal genitore al figlio, da una nazione all'altra, quando si commette un errore si pensa subito a camuffarlo, nasconderlo, giustificarlo, trasfigurarlo.

In breve, si mente!

E per coprire una menzogna bisogna inventarne un'altra e poi un'altra ancora. Finché si viene scoperti e allora, con le spalle al muro, si cerca di accusare gli accusatori i quali rincarano la dose e in un crescendo di ostilità si arriva alla situazione incancrenita a cui assistiamo.

Oppure risulta lampante che un’idea, una scelta, sia in pure in buona fede, si è rivelata sbagliata. Colui che ha avuto l’idea, che ha compiuto la scelta, si arrampica sugli specchi pur di non riconoscere che si è sbagliato. E in questa difesa ad oltranza mente agli altri e a se stesso, continua a sprecare risorse preziose, le proprie o quelle della comunità.

L'ultima cosa che viene in mente è pensare di ammetterlo, scusarsi e porvi rimedio.

Chiediamoci perché.

La risposta, in termini semplicissimi é: per Paura!

Paura di venire puniti.

La punizione essendo perdita di credibilità, perdita di denaro, perdita di un posto di lavoro, perdita di affetto, perdita di autorevolezza, perdita della libertà.

Perdita...

Oppure imbarazzanti rimproveri, brutte figure, derisione, denigrazione, linciaggio morale. Vergogna...

Paura.

Di una Perdita o di provare Vergogna.

Come si risolve la Paura?

Razionalizzandola o ricevendo delle Rassicurazioni sul fatto che la punizione non ci sarà o non sarà così terribile come si teme.

Razionalizzare la Paura di ammettere un errore vuol dire considerare l'ipotesi peggiore nell’ambito delle conseguenze e riconoscere che non è un motivo sufficiente per mentire.

Non lo è perché le conseguenze non sono una minaccia né alla propria dignità né alla propria sopravvivenza. Ovvio che ci sono casi in cui tale minaccia esiste, ma stiamo trattando di eventi ordinari nella vita di un Uomo.

Le Rassicurazioni devono giungere dai possibili castigatori.

E' chiaro che in un clima di diffusa consapevolezza che errare è umano e che ammetterlo, così come rimediare, sono auspicabili diventa molto più facile adottare l'ammissione dei propri errori come un'abitudine, finché diventa naturale come il cercare di riacchiappare un oggetto che ci fosse scivolato di mano.

Con la consapevolezza che tutti riconoscono a tutti il diritto di errare e all'indulgenza - sulla base della volontà di non mistificare gli errori ma di porvi invece rimedio - con questa consapevolezza sopraggiunge la Rassicurazione, l'agio nell'ammettere i propri errori, sia quelli in buona fede che quelli in mala fede.

E adesso immaginiamo un mondo dove la stragrande maggioranza degli Uomini trova naturale ammettere i propri errori e porvi rimedio. Un mondo dove si dice molto ma molto più spesso “Ho sbagliato” , “Mi sono sbagliato”, “Mi hai convinto, hai ragione tu, ho cambiato idea”.

Prendiamo i politici come primo esempio.

Il primo errore che molti di loro dovrebbero confessare è quello di essere stati Disonesti, dediti più all’interesse personale che a quello richiesto dall'incarico rappresentativo che i cittadini gli hanno conferito.

Supponiamo che tutti si fossero messi d'accordo per avere clemenza gli uni degli altri in modo da rendere possibile questa ammissione di colpa.

Non ci sarebbero quindi linciaggi ma piuttosto onore al gesto coraggioso se accompagnato da una serie di atti riparatori.

Immaginate un Parlamento in cui tutti avessero chiesto la parola per ammettere pubblicamente le loro malefatte come pure gli errori di giudizio commessi in buona fede, la Paura che gli ha impedito di farlo prima, la stessa Paura che li ha spinti a essere avidi di denaro e di potere, bugiardi.

Nessun fischio, solo silenzio, un ordinato susseguirsi di confessioni, pentimento e propositi ben dettagliati di rimediare.

L'indomani e nei mesi a venire ognuno restituisce il maltolto, ripara i danni fatti, sia con la restituzione di ricchezze illegittimamente acquisite che con le energie personali.

Per i reati più gravi soltanto delle pene detentive, ma assai brevi o pesanti multe pecuniarie.

Pene severe, intese a proteggere la comunità sana da quella malata, solo per i bugiardi irriducibili, non ancora disposti a porre rimedio o che malgrado la buona volontà ricadessero nella debolezza umana di atti altamente nocivi alla sopravvivenza e alla convivenza armoniosa dei più.

Dopo questo periodo di "riparazione" coscienziosa, nobile ed esemplare la maggioranza e l'opposizione sarebbero contrapposte solo perché rappresentanti di idee diverse sul come giungere al medesimo obiettivo. Sì, perché al contrario di adesso, l'obiettivo sarebbe il medesimo per tutte le parti, cioè a dire il benessere comune, nazionale e mondiale, per gli uomini, per gli animali, per le piante, per la Terra tutta.

Un benessere che non solo non è soltanto di tipo economico, ma dove la componente economica non è neppure prioritaria.

Cinque anni (una legislatura) si proverebbe in un modo e se quel modo non fosse piaciuto a causa di risultati conseguiti poco soddisfacenti (o non conseguiti affatto), si proverebbe nell'altro modo. E i modi possono essere anche più di due soltanto (bipolarismo).

Tuttavia poiché sempre di esseri umani si tratta, fortemente inclini a debolezze ed errori, si verificherebbero nuovamente episodi di corruzione, nepotismo, ecc.

Però, adesso, in questo clima di diffusa onestà intellettuale o il reprobo si rimetterebbe subito sulla retta via o, scoperto, non cercherebbe nemmeno di coprire i propri atti con menzogne ma ammetterebbe con contrizione le malefatte e porrebbe rimedio, premiato nuovamente con indulgenza penale (non certo quella amministrativa). Naturalmente sempre che non abbia commesso o favorito omicidi o altri gravissimi crimini.

E nelle famiglie, cosa succederebbe nelle famiglie laddove si comincia a dire “Ho sbagliato”, “Mi sono sbagliato”?

Proviamo a immaginarlo…

I figli direbbero “non ho studiato perché non ne ho avuto voglia” anziché dire “non avevo compiti”. Direbbero “il mio ragazzo vuole fare sesso ma io non so se me la sento” oppure “ho fatto sesso” anziché “sono stata dalla mia amica” e poi essere soli a decidere su come gestire le loro incertezze.

Saprebbero che i genitori anziché porre restrizioni o peggio, punizioni corporali, dopo una prima umanissima reazione di autoritarietà, di biasimo, si scuserebbero e si metterebbero al servizio dei loro figli con la loro esperienza. Correrebbero il rischio di doverli soccorrere in seguito ad una scelta errata dei figli anziché privarli della loro libertà al solo scopo di starsene tranquilli (chiaramente entro i limiti della ragionevolezza e del dovere di proteggerli da pericoli certi).

In questo clima i figli ammetterebbero le loro debolezze, chiederebbero aiuto riguardo ai loro problemi anziché occultarli.

E tra partner?
E negli ambienti di lavoro?
E per la strada?
E nei rapporti coi vicini?
E tra una nazione e l’altra?
E tra il cittadino e lo Stato?

Volete aiutarmi ad immaginare questi scenari?

Vi chiedo di illustrarli nei vostri commenti, immaginiamoli insieme.

Nessun commento: